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Da sempre il mare nasconde insidie di ogni tipo ed è soggetto a regole e codici che sfuggono agli uomini della terra ferma. Tanto è un mondo a parte che anche oggi, nell'età della globalizzazione e del controllo poliziesco di ogni aspetto e di ogni attività, la pirateria continua a sopravvivere egregiamente in alcune parti del globo. Nella storia e nel nostro immaginario, tuttavia, questa parola evoca uomini del Seicento, galeoni e affascinanti paesaggi marini dell'America centrale. La grande età della pirateria nei Caraibi ebbe inizio intorno al 1560 e si concluse solamente verso il 1720, non appena le nazioni dell'Europa Occidentale, che possedevano colonie nelle Americhe, cominciarono a esercitare più controllo lungo le vie commerciali marittime del Nuovo Continente. Tuttavia, il periodo durante il quale i pirati ebbero maggiore successo durò dal 1640 fino al 1680. Essi prosperarono nei Caraibi grazie soprattutto ai porti inglesi come Nelson's Dockyard, Port Royal, Antigua, e i porti di Barbados. Questo libro, avvalendosi di una vasta documentazione sulla storia politica, economica e sociale dell'area caraibica, ripercorre i prodromi e l'epoca d'oro della pirateria, analizzando cause, conseguenze e dimensioni di un fenomeno che non smette di colpire il nostro immaginario. Ricostruisce i grandi personaggi, le figure leggendarie (tra tutti, Francis Drake) e ci spiega la differenza tra "corsari", "bucanieri" e "filibustieri", proponendoci un quadro affascinante e completo.